Venerdì 16 luglio, è mancato Luciano Rota, direttore del Parco dal 1993 al 1998.

Luciano Rota, già direttore del Parco della Mandria, era stato nominato dalla Commissione del Consiglio di Amministrazione del Parco, scelto tra più di 400 candidati, andando a ricoprire un incarico che era vacante da oltre 10 anni.

L’impegno a favore del Parco continuò nel quinquennio 1999-2004 come membro del consiglio direttivo dell’Ente e  della Giunta esecutiva, contribuendo in modo decisivo a  mediare tra  istanze di conservazione e  necessità di rapportarsi  con la comunità locale.

Oltre che per i suoi meriti nella gestione dell’Ente ed nel miglioramento dei rapporti con le comunità locali ci piace ricordare Luciano Rota come persona di grande cultura ed umiltà, che ha lavorato per il Parco del Gran Paradiso con impegno e solerzia, contribuendo significativamente alla tutela e allo sviluppo sostenibile dell’area protetta.

Il ricordo di dipendenti e collaboratori che hanno lavorato con Luciano Rota:

“Luciano  era una persona schietta e  dotata di un raro senso dell’ironia che lo portava naturalmente a superare  le situazioni critiche  con  il garbo di una battuta calzante, in grado di sdrammatizzare ma di  far comunque pervenire il messaggio. Molte volte in Consiglio era in grado di trovare, grazie alla sua intelligenza e flessibilità, la terza via, quella che senza umiliare nessuno permetteva la composizione delle differenti posizioni.

Ogni volta che lo incontravi il suo saluto ti trasmetteva  una forte carica  di calore umano e  di  empatia e se gli telefonavi per un consiglio ti sentivi compreso e aiutato. Ricordo con commozione la telefonata di qualche mese fa durante la quale si accorse della mia stanchezza. E poche ore dopo mi trasmise, con il messaggio “Ti ho visto stanco. Ti suggerisco alcune posizioni per un buon riposo.”,  una deliziosa presentazione, che mi restituì freschezza e buonumore, in cui animali e bimbi stramazzati nel sonno dormivano nelle posizioni più strane.   

La sua curiosità  e apertura  al mondo contemporaneo, lo portavano, a dispetto dei suoi 75 anni, a recepire le nuove istanze, i nuovi mezzi tecnologici  e  a coglierne  opportunità e difetti  con l’entusiasmo di un giovane.

Ho  scolpito in mente il ricordo di una sua bellissima fotografia dei tempi in cui era direttore de La Mandria, in cui con tenerezza carezzava il muso  di un cavallo, accompagnato dal suo eterno sigaro. Credo che il suo rapporto  con la natura ed  il parco  fosse  un po’ così,  non solo un lavoro, ma anche un atto di  amore, che assieme alla determinazione e al sacrificio  necessari per condurre  incarichi duri  ed  impegnativi, sapeva trovare il momento per dare e ricevere quell’energia  naturale  che riconcilia con l’esistenza.

Ci sono persone, poche, che restano nel cuore e ti accompagnano  anche quando scompaiono. Luciano per me è uno di questi".                    

Michele Ottino - Direttore

 “Era difficile interpretare quali pensieri albergassero dietro quei limpidi occhi chiari e, a volte, dietro le sue parole. Ma quando colpivi nel segno del suo modo di sentire era facile capirlo: un sorriso, una forte stretta di mano o del braccio ed una battuta veloce per rendere tutto più fluido. Allora ci si sentiva in sintonia, davvero fino in fondo, seppure nella distanza di un rapporto di lavoro. Il profumo del suo toscano è stata la cosa che più mi portavo dietro nei momenti di lontananza dal Parco: ogni volta che ne sentivo il profumo pensano di veder apparire Luciano e quindi mi immaginavo proiettato nel suo ufficio e nel suo sorriso”.

Bruno Bassano – Responsabile Servizio Scientifico e Veterinario

“Il dr. Luciano Rota era una persona speciale, davvero, per chi ha avuto il privilegio di conoscerla. Persona disponibile con tutti, colta, sensibile, attenta ai  rapporti umani. Non era solo un direttore, ma una persona semplice  che ti esprimeva, con la sua forte stretta di mano, calore e amicizia. La mattina al lavoro, quando rispondevo al telefono, dall'altra parte trovavo lui che mi diceva: Ma ‘cinin’ è già così presto al lavoro?”

Mariella Mocci – responsabile ufficio personale

“Luciano Rota è stato  l'autore della svolta nei rapporti politici tra la Direzione del Parco e le Regioni, ma soprattutto con le comunità locali. A Rota dobbiamo il netto miglioramento dei rapporti tra Direzione e valligiani”

Luigino Jocollè – Ispettore del servizio di sorveglianza

"Ho avuto la fortuna di conoscere Luciano anche al di fuori del mondo del
lavoro e l'immagine era la medesima: due occhi azzurri penetranti e una
stretta di mano vigorosa, biglietto da visita di una persona schietta e
sincera, dotata di uno humor pungente, ma mai offensivo, e di una capacità
non comune di gestire le relazioni umane.  Questo il ricordo di mia moglie Cristina: "Luciano: una persona che porta
luce a tutti! Sempre attento agli altri, pronto ad offrire affetto e
comprensione e ad animare le situazioni con una battuta. Come non
ricordare l'abbraccio caloroso con cui accoglieva al volo nosta figlia
Irene quando arrivavamo in palestra per fare insieme ginnastica"

Daniele Hosmer Zambelli - Ex ispettore del servizio di sorveglianza del Pngp

“Luciano è stata la prima persona a cui mi sono rivolta quando ho cominciato questo lavoro nel lontano gennaio 1981: sono stata la sua prima collega direttore di parco regionale, mentre lui era direttore della Mandria. Ero molto “spersa” e non sapevo da dove cominciare, e lui mi ha dato i primi utili consigli e soprattutto preziosissimi incoraggiamenti. E ha continuato, in seguito, ogni volta che lo incontravo: con la sua forte stretta di mano trasmetteva empatia e calore umano, con la sua ironia sdrammatizzava i problemi e sapeva trovare sempre le giuste soluzioni per affrontarli. I suoi profondi occhi azzurri e il suo immancabile toscano… non lo dimenticherò!”

Patrizia Rossi – Direttore Parco Regionale Alpi Marittime

"Desidero ricordare a quanti
l’hanno conosciuto ed a chi, come me, ha avuto la fortuna di lavorare con lui
per oltre un quinquennio la sua capacità di risolvere concretamente i problemi,
unita ad un garbato senso dello humour e ad una gentilezza innata che ricordano
un po’ i cavalieri d’altri tempi.  Ricordo le nostre puntate a Roma, a volte
anche con l’allora Presidente prof. Franco Montacchini, memori del detto
“l’unione fa la forza”, palleggiati fra stanze e lunghi corridoi dei nostri
Ministeri referenti,  dove anche la “sabauda”  pazienza del dr.Rota qualche volta si
infrangeva. Però ha portato a casa importanti risultati, primo fra tutti
l’ampliamento della pianta organica che ha permesso, attraverso i concorsi
espletati in gran parte negli anni 99-2000, di avere quella che è la realtà di
oggi.  Accanto al senso del dovere ed
alla tenacia nel ricercare ed attuare progetti nell’interesse e per il bene del
Parco, c’era anche un altro aspetto che vorrei ricordare: quello di vivere la
vita non solo come  impegno di lavoro, ma
con sano piacere ed anche con un po’ di 
fatalismo. Gli piaceva la compagnia e sia lui che io non rifiutavamo mai
i cibi e le bevande (specie queste ultime e non a base di acqua) che  ci venivano 
generosamente offerte dai nostri guardaparco!  Ricordo in un’occasione di un convegno a
Cogne andammo con lui in auto: la mia collega storica, Luciana Comazzi (32 anni
di lavoro insieme) seduta dietro ed io accanto al dr.Rota che guidava con
grande perizia e conoscenza della strada tortuosa, ma piuttosto veloce com’era
sua abitudine.  Ad un certo punto
sentiamo la vocina un po’ spaventata di Luciana che dice”dr:Rota potrebbe
andare un po’ più piano, per piacere?” E lui, con un sorriso gentile, ha subito
rallentato: sicuramente il tempo di percorrenza si è raddoppiato, ma poiché fra
le sue doti c’era anche quella della puntualità, siamo arrivati perfettamente
in orario, anzi in anticipo!" 

Carla Carniel - Ex dipendente Pngp