I mestieri itineranti

Gli abitanti della montagna, fino alla seconda metà dell'Ottocento,vivevano del lavoro dei campi e dell'allevamento. Successivamente, con il notevole aumento della popolazione, le risorse non bastarono più per tutti. Per sopravvivere si dovette integrare il reddito agricolo con gli altri mestieri, praticati lontano da casa: lo spazzacamino, il vetraio, il calderaio, l'arrotino.Gli spazzacamini della Valle Orco e della Val di Rhêmes, scendevano verso le cittadine della pianura a piccoli gruppi, composti da un "capo" e da uno o più ragazzi, a cui toccava la parte più ingrata e faticosa del lavoro: pulire le canne fumarie dei camini. A questo mestiere tradizionale è dedicato un centro visitatori del Parco a Locana.

La lavorazione del rame

La lavorazione del rame nelle Valli Orco e Soana è testimoniata fin dall'epoca medioevale. Il rame veniva estratto dalle miniere presenti in zona, fuso e lavorato con prime battiture nei magli della fucina fino a ottenere delle forme semilavorate, che poi erano rifinite, stagnate e commercializzate come oggetti nelle botteghe artigiane. Le attività legate al rame hanno lasciato segni precisi sul paesaggio, con le miniere e i loro sentieri d'accesso, le derivazioni d'acqua, le fucine, e con le botteghe artigiane e i mestieri itineranti dei magnini e degli stagnini. Questa tradizione vuole essere oggi recuperata con il progetto dell'Ecomuseo delle Valli Orco e Soana, del quale fa parte la Fucina da rame di Ronco, recentemente recuperata e allestita, e che trova l'espressione più attuale nella Scuola del rame di Alpette, dove l'esperienza della lavorazione manuale di oggetti, artistici o di uso comune, è trasmessa alle giovani generazioni.

Le miniere di Cogne

In Valle di Cogne la presenza di ricchi filoni di minerale di ferro ha giocato un ruolo importante sulla vita della comunità locale. Inizialmente lo sfruttamento delle miniere era libero: chiunque poteva estrarre il minerale, costruire una fornace e abbattere gli alberi per procurarsi la legna da ardere. All'inizio dell'Ottocento si cercò di dare un'organizzazione moderna alla miniera, con il lavoro svolto dagli abitanti riuniti in una specie di cooperativa.
Ma il tentativo non ebbe successo. Solo agli inizi del Novecento venne costituita la Società Miniere di Cogne, e successivamente le miniere passarono sotto la gestione della Società Nazionale Cogne, con la quale si ottenne la massima resa. Poi, l'esaurimento dei filoni più ricchi e la crisi internazionale della siderurgia degli anni settanta causarono il declino delle miniere fino alla chiusura.