Genepì un simbolo della difesa della biodiversità.

La biodiversità è la ricchezza di vita sulla Terra ed è fonte di beni, risorse e servizi indispensabili per la sopravvivenza dell’uomo.

Ecosistemi sani ossia ambienti naturali in cui organismi viventi e non viventi coesistono in equilibrio tra loro, scambiando materiali ed energia, in un’area delimitata (un lago, un prato, una foresta) assicurano una maggiore resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici.

L’arco Alpino costituisce, nel bel mezzo del Continente europeo, una importante fonte di biodiversità, cioè ospita una ampia gamma di specie animali e vegetali.

Basta pensare che si possono trovare molte piante uniche al mondo originate dal fenomeno dell’endemismo – per cui alcuni vegetali rimangono chiusi in ambiti ristretti di territorio diventando caratteristici proprio di quei luoghi – in un passato assai remoto, quando le condizioni climatiche erano ben diverse dalle attuali. Specie vegetali “relitti” di tale periodo sono ancora presenti in alcune zone dell’arco alpino e tra queste è compreso il Genepi.

Questa pianta è da tempo immemorabile usata dalle popolazioni alpine per infusi idroalcolici a scopo digestivo, grazie ai suoi principi amari.

La crescente raccolta delle piante spontanee, per soddisfare le esigenze di un mercato in continua espansione, non può che provocare danni gravissimi al territorio e all’ecosistema di cui queste piante fanno parte, con effetti negativi ed irreversibili.

Sono sempre più diffuse, quindi, le coltivazioni di erbe officinali tra cui il Genepì che da un lato permettono di soddisfare il mercato e dall’altro servono a proteggere l’ambiente montano evitando inutili saccheggi.

Il Genepi è una specie protetta, il suo prelevamento quindi è rigidamente regolato anche se difficile da controllare, ma è una specie che ben si presta alla coltivazione anche  partendo da seme di specie di genepi autoctone derivante dalla raccolta delle piante spontanee.

La coltivazione delle piante officinali può rappresentare, soprattutto per le realtà agricole dei territori montani, un’occasione di diversificazione produttiva volta al miglioramento del reddito aziendale e alla protezione della specie selvatica.

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