- Anno inizio progetto: 1993

- Durata progetto: Programma di ricerca a lungo termine

- Estensione territoriale: Il programma di ricerca sul camoscio alpino del PNGP si concentra attualmente nell’area di studio dell’Alta Valle Orco (PNGP).

- Introduzione

Per il periodo 2010-2014 è stato attivato in alta Valle Orco un progetto di ricerca che si propone di indagare aspetti dell’ecologia e del comportamento del camoscio alpino. Il camoscio è un bovide di medie dimensioni, perfettamente adattato a vivere in ambienti rupestri: questa adattabilità gli ha permesso di colonizzare la maggior parte dei massicci montuosi dell’Europa e del vicino Oriente. Entrambi i sessi possiedono corna cave, costituite da astucci di cheratina sostenute da due assi ossei che si impiantano sui frontali. Un individuo adulto è alto al garrese circa 70-90 cm ed ha una lunghezza totale di 100-130 cm. Il peso corporeo varia in base all’età e al sesso dell’animale, nonché alla stagione considerata. In età adulta il peso dei maschi varia tra i 28 e i 50 Kg, mentre quello delle femmine tra i 25 e i 40 Kg; nel complesso, le differenze morfologiche fra i due sessi sono piuttosto limitate. Nonostante l’ampia diffusione sull’arco Alpino, le conoscenze sul comportamento del camoscio rimangono tuttora largamente frammentarie. Il regime di protezione, l’elevata densità di animali e la relativa facilità di avvistamento rendono il Parco una delle poche aree alpine idonee allo studio dell’ecologia di questa specie in condizioni naturali. Attualmente, nell’alta Valle Orco sono attive diverse linee di ricerca, che si propongono di investigare il comportamento riproduttivo di maschi di camoscio alpino da differenti punti di vista: ecologico, etologico e fisiologico.

- Progetti di ricerca:

Pubblicazioni

- Enti di ricerca e Università coinvolte:

Centro Studi Fauna Alpina, Parco Nazionale Gran Paradiso
(Dr. Bruno Bassano e Dr. Achaz von Hardenberg)

Università degli Studi di Siena
(Prof. S. Lovari)

University of Natural Resources and Life Sciences Vienna 
(Prof. Klaus Hacklaender

Università degli Studi di Torino   
(Prof. E. Ferroglio)

Foto: Dario De Siena