Semplice escursione ad anello che partendo dal parcheggio di Lillaz, permette di affacciarsi, seguendo una strada poderale , sul Vallone della Valeille, dominato dai ghiacciai delle Sengie e della Valeille.
La partenza avviene dalla borgata capoluogo di Rhêmes Notre Dame e con indicazioni chiare, superata la Dora di Rhêmes, si risale il vallone di Entrelor. Si ignorano le deviazioni per il vallone di Sort o per il villaggio di Chaudanne e dopo alcuni tratti in salita nel bosco si giunge nei pressi del prezioso pascolo dell’alpe Entrelor, detto anche Pian delle marmotte. Addentrandosi nel vallone si raggiunge il caratteristico alpeggio successivo denominato Plan de Feye dove sono frequenti gli avvistamenti di animali selvatici, in particolare di camosci e marmotte.
Il regno delle Rane. Numerose sono le sorprese che riserva un'escursione in montagna: dopo una salita si presenta all'improvviso un vallone, una cascata, un torrente attraversato da un leggero ponticello in legno, larici secolari, cappelle votive, ripidissime forre, laghetti tra pascoli e rocce montonate, panorami aerei, fioriture vistose,...ma attenzione la vita delle rane va rispettata: non raccogliete i girini!
Tra terra e acqua. Qualche tornante prima del carrozzabile colle del Nivolet, nei pressi dei laghetti Losere si imbocca l'antica mulattiera fatta costruire dai Savoia per le cacce reali. Il Bastalon infatti, oggi utilizzato dai guardaparco del Gran Paradiso, era un casotto dei guardacaccia reali. Qui lo sguardo si perde nell'immensità tra cime, valloni, ghiacciai, pascoli e praterie: magnifico colpo d'occhio sull'ambiente alpino.
Nonostante la Valnontey sia una delle zone più frequentate della valle di Cogne, basta addentrarsi all’interno del vallone, partendo dal grande parcheggio della frazione, e seguire il sentiero sul versante orografico destro, per poter respirare appieno la wilderness del parco: boschetti e radure si alternano e permettono di osservare facilmente gli animali selvatici al pascolo. Al primo ponte ( Ponte della Leuttaz) è consigliato spostarsi sulla sinistra orografica e proseguire così costeggiando la pista di fondo, senza calpestarla, fino a Valmianaz .
Lasciata l’auto al parcheggio in loc. Thumel proseguire lungo la strada asfaltata fino ad imboccare il sentiero con segnavia 12. Attraversato un ponte, prendere il sentiero a sinistra; superata la Dora di Rhêmes grazie ad una passerella, inoltrarsi nel vallone del torrente Gran Vaudala. Dopo una ripida salita, si raggiunge un pianoro in cui si incontra l‘alpe di Gran Vaudala. Ora, giunti ad un bivio, proseguire lungo il medesimo sentiero tenendo la sinistra.
A volte si incontrano dei posti, teatro di vecchie leggende che sembrano avere riscontro nell'atmosfera che vi si respira. Il castello del Cucco, sperone roccioso sormontato da una croce di ferro, si dice fosse un luogo frequentato dalle streghe che vi celebravano i sabba... Poco più in alto poi, si vedono anche molti alberi bruciacchiati… colpiti dai fulmini? Chissà!
La partenza avviene da Piamprato Soana (il paese al termine della valle che si diparte da Valprato Soana), situato in una ridente conca prativa e attorniato da boschi di conifere. Si percorre la pista sterrata che esce dal paese e, dopo aver attraversato il rio, si risale all'Alpe Vandilliana (1881m slm), alpeggio ancora oggi utilizzato dai pastori. Entrati nel Vallone della Borra, dove sono probabili incontri con gli animali selvatici, si risale fino al colle, nei cui pressi esistono i ruderi di una vecchia miniera.
L’antica casa di caccia dei Savoia era uno dei luoghi preferiti da Vittorio Emanuele per le sue battute di caccia; ora si è trasformata in casotto dei guardiaparco e struttura di appoggio per attività di ricerca nel Parco.
L'itinerario parte dal ridente villaggio di Eaux Rousses (in francese "acque rosse" per la tipica acqua ferruginosa che scorre in zona); dopo aver superato il Torrente Savara e gli alpeggi di fondovalle, lungo la ex strada reale di caccia, si risale in un bosco maturo di larici e abeti rossi, dove la bellezza di alcuni esemplari arborei non ci deve distrarre dall'osservazione dei segni di presenza dei tipici abitanti del luogo, dallo scoiattolo al picchio nero.
Un percorso da scoprire passo dopo passo! La montagna riserva spesso sorprese inaspettate: percorrendo sentieri stretti tra pareti rocciose non ci si aspetta di trovarsi di fronte ad una ampia valle dove un limpido torrente scorre pigramente, disegnando numerosi meandri...Il pianoro del Nivolet infonde infatti il senso del grandioso lavoro della Natura, che teme solo l'azione dell'uomo.
Da non perdere:
- cascata del torrente Nivolet - alpeggi - vegetazione delle rupi - camosci e marmotte
Da Campiglia Soana, antica sede parrocchiale e comunale, si sale lungo la pista sterrata che porta verso il piano dell'Azaria. Prima di raggiungerlo, si imbocca sulla destra una deviazione ben indicata per il santuario di S. Besso. Il culto di San Besso è uno dei più antichi di tutte le Alpi e unisce ancor oggi comunità di montagna e pianura: il 10 agosto di ogni anno gli abitanti di Cogne e della Val Soana si ritrovano per venerarlo ai piedi della rupe dove sorge il santuario. Il santuario sorge lungo l'antica via di collegamento tra la Valle di Cogne ed il Canavese.
Partendo dal villaggio di Lillaz, dopo aver attraversato un lembo di tipico bosco alpino, si possono ammirare le meravigliose cascate originate dal Torrente Urtier. Imboccato il vallone, si supera un ponticello entrando in un bosco di conifere, per arrivare tra pingui pascoli alpini in quota nei pressi dell'Alpe Bardoney: qui a inizio estate si può osservare la grande varietà della flora alpina e avvistare facilmente le curiose marmotte.
Di fronte l’hotel Genzianella inizia un semplice percorso sulla sinistra orografica, quasi tutto in discesa, che permette di cogliere come la forza dell’acqua ha ragione della roccia più dura: il torrente ha inciso nel corso dei millenni gole spettacolari che si alternano a tratti più pianeggianti…
Partiti da Dégioz, capoluogo della Valsavarenche, si attraversa il torrente Savara e si arriva al villaggio di Vers le Bois, da cui si diparte la storica mulattiera reale per l'ex Casa reale di caccia di Orvieille. Il bosco da attraversare e la conca pascoliva nei dintorni dell'ex casa reale presentano notevoli spunti naturalistici, ma sono proprio la mulattiera e la casa reale a fornire il punto di forza della prima parte di questo percorso, ricco di storia e fortemente legato alla tradizione delle cacce reali del re Vittorio Emanuele II.
La partenza può avvenire sia dal piccolo villaggio di Forzo sia da quello vicinissimo di Molino di Forzo, salendo a Tressi e da qui seguendo il sentiero che sale nel medio Vallone di Forzo. Partiti da Tressi, dopo aver oltrepassato uno sperone roccioso dove si può notare un bellissimo pilone votivo inserito nella roccia, si prosegue in fondovalle arrivando ai piedi di una balconata su cui sorge l'abitato di Boschietto e la sua caratteristica chiesetta recentemente restaurata. E' probabile l'avvistamento di stambecchi e camosci.
L'itinerario parte dal villaggio di Valnontey, in prossimità del Giardino Alpino Paradisia, dove sono stati ricostruiti quasi tutti gli ambienti naturali delle nostre montagne e un giardino delle farfalle, la cui visita è quindi consigliata prima di percorrere l'itinerario. Il sentiero si snoda per la prima parte nel bosco per poi proseguire nelle praterie d'alta quota; la zona risulta una delle più frequentate dall'animale simbolo del parco, lo stambecco, oltre che da camosci e marmotte.
Una breve escursione parte dalla frazione di Chanavey, attraversando il ponte sul torrente, e segue per lunghi tratti la pista di fondo che non dovrà mai essere calpestata. Si attraversano numerosi ambienti diversi, riuscendo così ad osservare alcuni angoli caratteristici: il bosco di larici e ontani lungo il ruscello, i villaggi di Oreiller e Bruil, ormai quasi del tutto ristrutturati rispettando l’architettura tipica di montagna, la sede di valle delle guardie del Parco a Bruil.
Un paio di km prima del villaggio di Pont Valsavarenche, nelle vicinanze dell'alpeggio Terré, si attraversa il Torrente Savara e, oltrepassato l'alpeggio Pravioux, comincia la salita in un profumato bosco di larici e pini cembri, una delle stazioni predilette dal gallo forcello in questa valle. Dopo una serie di tornanti, e di salita nel bosco, si spunta finalmente in prateria alpina gratificati da una vista incantevole sulle alte vette del Parco, raggiungendo così il rifugio Federico Chabod.
ATTENZIONE: si informa che il sentiero risulta interrotto tra Nivolastro e Ronco Canavese, è possibile arrivare a Ronco Canavese o a Valprato Soana percorrendo la strada asfaltata oppure percorrere l’itinerario Chiesale – Andorina – Nivolastro – Chiapetto.