Domenica 26 ottobre si è tenuta ad Aosta la cerimonia di premiazione della 21ª edizione del Premio Letterario Città di Aosta, organizzato dall’Associazione Culturalmente Aosta, guidata da Fiorella Venturella.

Nel Salone Ida Viglino di Palazzo Regionale, il pubblico ha potuto ascoltare le motivazioni della giuria e le letture delle opere vincitrici delle numerose sezioni del concorso. Tra queste figura, da alcuni anni, la Sezione Speciale Parco Nazionale Gran Paradiso, che invita poeti e narratori a trarre ispirazione dalla vita del Parco, dai suoi paesaggi, dalla flora e dalla fauna, ma anche dal legame tra uomo e natura e dal lavoro quotidiano di chi ne tutela l’equilibrio

Il Presidente del Parco, Mauro Durbano, ha portato il proprio saluto e, insieme alla guardaparco Claudia Linty, ha consegnato i premi ai vincitori di questa edizione, di cui è possibile leggere le poesie qui sotto. E' stato inoltre dato un premio speciale del Parco anche al racconto "notturno" di Pietro Rainero.

1° premio a Carmen Venturella per la poesia

Febbraio in Valnontey

Uno squarcio nel cielo

e vivido e intenso

risplende l’azzurro.

C’è un’aria chiara, trasparente

che evoca primaverili profumi.

E già s’avverte un fremito

quasi che i semi occultati

s’apprestino al risveglio.

Ma l’istante di meraviglia

si ripiega su se stesso e smuore

ché ancor aleggia

il fiato bianco dell’inverno

e la fame si fa più acuta.

Incontaminata neve

domina il piano

e si raggriccia sotto il ghiaccio

l’acqua pura del torrente.

Non un filo d’erba

sulla terra morsicata dal gelo.

Abbarbicato a un tronco,

immerso a metà nella neve,

solitario, famelico

un camoscio rode la corteccia.

Sopravvivere all’oggi

ad un altro giorno ancora

fino a che la terra

dischiuda la sua promessa

di freschi vivificanti germogli.

Fino a che il cuore

riprenda regolare il battito

e il corpo rinvigorito

lenisca il persistente tremore

della rigida stagione passata

e risanato e festoso

si abbandoni alla nuova luce.

2° premio a Violeta Mihaiu per la poesia

Come una cicoria nel prato

Ma io non voglio grandi cose dalla vita,

io sarei felice di essere

una semplice cicoria nel tenero prato,

risvegliarmi al mattino

con lo splendore dell’aurora negli occhi,

lavata da gocce pure, cristalline di rugiada,

e quando il sole s’alza nel cielo,

sentire il suo tepore asciugarmi il volto

con mani calde e delicate di raggio.

 

Ogni sera, essere baciata

dalle labbra porpora del tramonto

vestita d’oro e cinta di quarzi imperiali

e coralli stupendi.

 

Vivere nello stupore,

sotto i cieli infiniti trapunti di stelle

illuminati dalla luna sfavillante

e dal manto di diamanti

che la notte indossa con grazia.

 

Vorrei vivere così:

come una cicoria ebbra di mistiche fragranze,

danzando nel vento,

cantando sotto la pioggia calda d’estate,

accarezzata dalla brezza del mattino

intrisa del profumo dell’erba giovane e cruda,

mentre le mie radici si aggrappano alla terra,

fino a nutrire un’anima selvatica e libera.

 

E nell’autunno della mia esistenza,

quando il mio stelo sarà un filo d’oro tenace,

il mio fiore si schiuderà in una corolla di meraviglie,

fatta di piccole e delicate falene,

che a ogni sospiro del vento aprono le loro minuscole ali

e s’involano nell’infinito celeste.

 

Sì, voglio, vorrei vivere: nelle semplicità,

nello stupore di ogni piccola cosa,

immedesimata nella bellezza silenziosa

di un timido e magnifico tarassaco,

nel prato del Gran Paradiso