Ronco Canavese costituisce il centro di maggiore rilevanza della Valle Soana, Valle denominata"fantastica"non solo per le sue bellezze naturali, ma anche per le caratteristiche tipiche della sua etnia, tra cui il dialetto, il costume, le tradizioni, i prodotti tipici.
II territorio comunale è compreso tra i comuni di Ingria e di Valprato Soana e di esso fanno partela valle di Forzo, tipicamente alpinistica,il vallone di Guariache confina con Ribordone edi valloni di Servino e di Canaussa.
Il capoluogo è posto lungo la sponda sinistra del torrente Soana, in una pittoresca conca circondata da fitte abetaie e belle faggete. II centro storico sorge intorno alla chiesa parrocchiale e merita una visita alla scoperta di alcuni interessanti particolari architettonici.
Le frazioni, oltre una trentina, sono disseminate sia sul fondovalle che sui pendii. Vantanoabitazioni risalenti ai secoli XVII e XVIIIe, vagando tra le stradine interne, si possono trovare interessantipitture murali, come ad esempio a Cernisio e a Tressi, oppuremeridiane: a Cernisio, a Convento e a Tressi , infine, a Servino, si possono ancora ammirare alcuni"rascard", antichi fienili con la parte superiore in legno e quella inferiore, in pietra.

Gran parte del territorio del comune è compresa nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Ronco deriva dal latino"runcus"che indica un terreno prima incolto e, poi, divelto, dissodato. Infatti i primi insediamenti nel territorio dovettero avvenire tra X e XI secolo, quando la nuova comunità dissodò le terre prima incolte.
Nell'anno 1000, Ottone III infeudava il vescovo Leone di Vercelli della Valle Soana ed, in seguito, gli imperatori Enrico V e Federico (nel 1110 e nel 1163) dettero queste terre ai conti canavesani che si divisero in due rami: i Valperga, ghibellini, ed i San Martino, guelfi. Ben presto nacquero tra loro lotte durissime fino a quando il duca Amedeo di Savoia,nel 1338, riuscì a comporre le lotte intestine. Sul finire del secolo,le popolazioni, stanche di disordini e di continue oppressioni, deliberarono di sollevarsi e sorse la famosa ribellione detta il"tuchinaggio"dal motto"tuic un", tutti per uno.
Ci vollero le truppe organizzate per riportare la valle alla sottomissione che avvenne il10 febbraio 1539in Pont e, nel1562, Emanuele Filiberto riconfermò gli statuti a Pont ed alle sue valli. Da questo momento il territorio di Ronco seguì le sorti dei Savoia fino a quando Napoleone unì il Piemonte e il Canavese alla Francia denominandolo "département de la doire".
Ritornati i Savoia, tutta la Val Soana fece parte della provincia di Ivrea e seguì il movimento politico che portò il paese alle guerre per l'indipendenza.
A questo proposito, Ronco ricorda Giuseppe Fedele De Stefanis(seconda metà del settecento-1837), notaio e sindaco del paese. Egli aderì alla Carboneria e partecipò ai moti del 1821. Per questo motivo, ricercato dalla polizia sabauda, fu costretto a vivere nascosto fino alla morte.
Dopo la metà dell'ottocento la popolazione del comune di Ronco aumentò notevolmente.Nel 1893giunse a Ronco la strada carrozzabile. I lavori iniziarono in seguito alla creazione di un consorzio fra Pont ed i Comuni della valle e vi lavorò anche una compagnia di soldati del genio zappatori. Sempre nel 1893 venne istituito il mercato che si teneva alla domenica.
L'acqua potabile arrivò a Ronco nel1903 con presa dell'acquedotto oltre la borgata Cernisio. L'anno successivo il capoluogo ebbe pure la luce elettrica Gli abitanti si dedicavano alle attività agropastorali o svolgevano il lavoro di calderai e di vetrai itineranti, non solo in Piemonte, ma anche in Svizzera ed in Francia.
A Parigi,il 5 settembre 1906, in Rue de Tanger n.8, veniva costituita La Valsoana, società di mutuo soccorso, con 95 soci fondatori.
Alla fine della seconda guerra mondiale, molte donne abbandonarono i paesi di montagna per seguire i mariti all'estero o per recarsi nelle città dove gli uomini trovavano lavoro nelle fabbriche e cosi iniziò lo spopolamento. Attualmente il turismo è la principale risorsa e Ronco vuole proporsi a quanti sono interessati a ripercorrerne la storia, a goderne le bellezze naturali e a studiarne ed apprezzarne la cultura.

Testo fornito dal Comune di Ronco

Foto: Simona Reali