Oggi non è raro nel Parco nazionale Gran Paradiso incontrare il  Gipeto, (Gypaetus barbatus), una delle quattro specie di avvoltoio (assieme a Grifone, Avvoltoio monaco e Capovaccaio) attualmente presenti in Europa e, almeno fino agli inizi del secolo scorso, tutte nidificanti sulle Alpi. 

Famoso quanto emblematico è lo scatto che ritrae nella splendida cornice della Val di Rhêmes tre uomini intenti a mostrare con orgoglio un esemplare di gipeto appena ucciso. Era il 1913 e, poiché si trattò dell’ultimo abbattimento registrato sulle Alpi, si è soliti datare in quell’anno la scomparsa della specie. 

La svolta si ebbe nel 1978 quando a Morges, in Svizzera, un gruppo transfrontaliero di specialisti della conservazione partorì l’ambizioso progetto di riportare il Gipeto sulle Alpi mediante l’inserimento dei pochi esemplari rimasti negli zoo in un programma di riproduzione in cattività per produrre pulcini da rilasciare in natura.

La loro scommessa, rivelatasi vincente, si è tradotta in realtà nel 1986 col rilascio dei primi giovani gipeti a Rauris, nel Parco nazionale degli Alti Tauri, in Austria e nel 1987 in Alta Savoia, Francia. Seguirono altri rilasci nel 1991 nel Parco nazionale Svizzero, nel 1993 nel Parco del Mercantour e nel 1994 nel Parco delle Alpi Marittime. Negli anni seguenti il programma si è esteso a nuovi siti in Francia, Italia e Svizzera, fino a includere anche l’Andalusia in Spagna. In quarant’anni sono stati rilasciati 343 giovani gipeti, uno sforzo impressionante che venne premiato nel 1997, ben 11 anni dopo il primo rilascio, con la prima riproduzione in natura di una coppia stabilitasi in Alta Savoia. Da allora la specie ha incamerato sempre più successi, diffondendosi sulla catena alpina e insediandosi in un numero sempre crescente di territori eletti a sito di nidificazione. 

Per dare qualche dato concreto, si è passati da una coppia territoriale nel 1995 alle 65 accertate nel 2021, mentre il numero di giovani involati per anno nel medesimo periodo va da 0 a 42 (Santos-Cottin et al., 2025) con un incremento della popolazione europea del 365 %.

Il gipeto nel Parco Nazionale Gran Paradiso

Risale al 1989 il primo avvistamento di un gipeto immaturo in Val di Cogne. Esattamente vent’anni dopo, nell’inverno 2009-2010 si è avuto il primo tentativo di riproduzione da parte di un trio poliginico in Val di Rhêmes, giunto spontaneamente e stabilitosi in prossimità dei confini dell’area protetta. L’anno seguente, il 2011, ha visto l’insediamento di una nuova coppia di gipeti in Valsavarenche e tra il 10 e l’11 maggio 2011 è stata accertata la prima schiusa per il parco. Il pullo, battezzato Siel, non giungerà purtroppo all’involo, ma a questo parziale insuccesso si rimedierà solo l’anno seguente , nel 2012, con ben due giovani gipeti che, a pochi giorni l’uno dall’altro, conquisteranno rispettivamente i cieli di Valsavarenche e Rhêmes. Nel 2014 anche la Val di Cogne ha la sua coppia a metter su famiglia e nel 2015 festeggia il primo volo di un giovane gipeto. 

Proprio recentemente, tra il 2024 e il 2025, una bella notizia giunge anche dal versante piemontese del parco: i guardaparco della Valle Orco hanno accertato l’avvenuto insediamento di ben due coppie di gipeti ed entrambe, sempre quest’anno, hanno portato a termine con successo la cova. Adesso i genitori sono impegnati nell’accudimento di un pullo, esattamente come i loro dirimpettai valdostani, per un totale di cinque piccoli gipeti che, si spera, spiccheranno il volo quest’estate, portando così a 34 il numero di giovani alati rampolli cui il parco ha dato i natali. Numeri, questi, che testimoniano la resilienza di questa specie divenuta quasi un simbolo di speranza nell’ambito della conservazione. 

Il Corpo di Sorveglianza, con la sua costante presenza sul territorio, è impegnato nell’attività di monitoraggio e raccolta dati. Tutte le osservazioni quotidianamente effettuate durante il normale servizio vengono registrate e georeferenziate sui palmari forniti in dotazione, mentre la stagione riproduttiva per le coppie residenti nell’area protetta è seguita passo passo con specifiche uscite presso i siti di nidificazione. Ove possibile l’attività ai nidi viene documentata con filmati eseguiti a debita distanza mediante digiscoping oppure, come nel caso di Valsavarenche, con l’utilizzo di una webcam collocata sopra il nido più frequentemente utilizzato dalla coppia. Grazie a questa strumentazione è possibile raccogliere informazioni molto più dettagliate sul comportamento della specie durante l’accudimento della prole.

All’attività di monitoraggio puntuale si aggiungono annualmente due giornate che il Servizio di Sorveglianza dedica appositamente al censimento contemporaneo in tutte e cinque le valli del parco, la prima in primavera, la seconda in autunno. Quest’ultima in particolare si svolge in concomitanza con lo IOD (International Observation Day), la contemporanea organizzata da IBM su scala europea che coinvolge tutti i partner aderenti alla rete. Combinando i dati raccolti durante lo IOD con quelli già in possesso dai ricercatori, ogni anno IBM fornisce una stima quanto più esaustiva possibile della popolazione di Gipeto per l’Europa. A titolo d’esempio, nel 2023 il numero di gipeti stimato per le sole Alpi andava da un minimo di 316 individui a un massimo di 419 ( Report IOD-2023, IBM).

Testo a cura di Chiara Caminada, Corpo di Sorveglianza PNGP