Nel passato il territorio del Parco era densamente popolato. I villaggi piemontesi presentavano abitazioni costruite interamente in pietra, mentre sul versante aostano la pietra si affiancava al legno.

La casa alpina riflette il carattere di una popolazione contadina attenta soprattutto alla funzionalità: il modello più comune prevedeva un edificio in pietra con la stalla al piano terreno, l’abitazione al primo piano e più sopra ancora il fienile. In questi sopravvivono anche elementi decorativi e artistici come i piloni votivi tipici della Val Soana, che testimoniano la religiosità popolare. Incisioni rupestri e affreschi, strade e ponti di origine romana, costruzioni militari, chiese e castelli medioevali, alpeggi, sentieri e mulattiere, muri a secco eretti per terrazzare i ripidi versanti, canalette irrigue in pietra e terra… raccontano la lunga storia di antiche popolazioni che hanno avuto il loro splendore a partire dalla metà dell’800, epoca in cui il re Vittorio Emanuele II di Savoia frequentava il Gran Paradiso per raggiungere le postazioni di caccia allo stambecco. Le case reali di caccia, edifici a un solo piano localizzate in ampi pianori oltre i 2000 metri, che erano destinate ad ospitare il re e la sua corte, sono gioielli del Parco che merita visitare.